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HOHÒ Messer Boccaccio!...

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HoHo logo webSi intitola HOHÒ - gli artisti contemporanei incontrano il Decameron, la mostra che si inaugura sabato 7 Luglio ore 18.00 in Palazzo Pretorio e che segna l'inizio degli eventi per il "Settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio" e della valorizzazione delle opere del'"Omaggio degli artisti contemporanei a Giovanni Boccaccio".

HOHÒ - gli artisti contemporanei incontrano il Decameron, Francesco De Grandi – Andrea Mastrovito – Andrea Salvino e una selezione di opere dalla raccolta "Omaggio degli artisti contemporanei a Giovanni Boccaccio". Questo il titolo della mostra promossa da Regione Toscana, nell'ambito del progetto "Toscanaincontemporanea2011", Comune di Certaldo, Ente Nazionale Giovanni Boccaccio. Si tratta di un evento inserito nelle celebrazioni per il "Settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio", realizzato in collaborazione con Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci - Prato.

Il Comune di Certaldo con Regione Toscana, l'Ente Nazionale Giovanni Boccaccio e il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, museo regionale che nell'ambito delle sue attività promuove il contemporaneo anche sull'intero territorio regionale in collaborazione con le amministrazioni locali, presentano una mostra in cui alcuni artisti contemporanei tornano a dialogare liberamente con uno dei grandi classici della letteratura italiana: il Decameron di Giovanni Boccaccio.

La mostra, oltre a riprendere e riscoprire il grande patrimonio di opere raccolto in occasione delle due edizioni dell' "Omaggio degli artisti contemporanei a Giovanni Boccaccio", apre, con un anno di anticipo, le celebrazioni per il settecentesimo anniversario della nascita di uno dei padri della letteratura italiana (1313 – 2013).

A confrontarsi con questo celebre libro, che ancora oggi parla con grande attualità del nostro mondo, sono stati invitati Francesco De Grandi, Andrea Mastrovito e Andrea Salvino, artisti affermati internazionalmente che già nelle loro poetiche trattano temi e atmosfere tipicamente boccaccesche.

Inoltre nelle storiche sale del Palazzo Pretorio di Certaldo Alto sarà anche presentata una selezione di lavori di artisti storici italiani, tra cui Floriano Bodini, Massimo Campigli, Agenore Fabbri, Pericle Fazzini, Emilio Greco, Renato Guttuso, Carlo Levi, Silvio Loffredo, Mino Maccari, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Mirko (Basaldella), Antonietta Raphael Mafai, che durante gli anni Sessanta hanno dedicato alcuni lavori al grande scrittore. Lavori donati e oggi raccolti nella più ampia collezione di proprietà del Comune di Certaldo che nel 1966 promosse un "Omaggio degli artisti contemporanei a Giovanni Boccaccio".

Il titolo della mostra, HOHÒ, è ripreso da una delle più note novelle del libro, Chichibio, cuoco di Currado Gianfigliazzi ... (sesta giornata, novella IV), in cui il protagonista fa trovare sulla tavola al suo padrone una gru arrosto con una sola zampa per aver l'altra donata alla propria amata. É Currado che per la prima volta usa quell'espressione, urlandola in prossimità di uno stagno, dimostrando al servitore che il volatile, quando non dorme, ne possiede due. In sua discolpa Chichibio risponde prontamente, Messer sì ma voi non gridaste "hohò" a quella di iersera, e così termina la sua brutta avventura riappacificandosi con il suo signore.

A partire da questa celebre vicenda la mostra suggerisce allo spettatore, fin dall'inizio del percorso, la necessità di un proprio ruolo attivo non soltanto per ricercare un legame con i temi e le storie narrate nel libro ma più in generale come modo di porsi davanti a tutte le opere d'arte. Un atteggiamento necessario e imprescindile in tutte le mostre di arte contemporanea ma ancor più quando un'immagine incontra un testo scritto instaurando con lui un inevitabile rapporto di infedeltà. Destino tipico di tutta l'illustrazione ma ancor più quando, restituendo la piena libertà e autonomia all'artista, si supera nettamente quel confine, ambiguo e troppe volte dato per scontato, che il risolvere un'esperienza letteraria in una artistica sia una semplice "traduzione" in immagini.

De Grandi, Mastrovito e Salvino in questa occasione si confrontano con le grandi atmosfere del Decameron, riprendendone i suoi caratteri grotteschi, la sua narrativà e il suo ben noto accento erotico, proprio come a suo tempo hanno fatto gli artisti dell'Omaggio a Giovanni Bocaccio durante gli anni Sessanta.

HOHÒ è una mostra che racconta storie di oggi partendo dalla suggestione di novelle narrate secoli fa da dieci giovani (sette donne e tre uomini) in una villa della campagna toscana durante la peste del 1348, un momento non meno terrificante di quello che viviamo nel nostro presente.


 
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