Il sindaco accoglie Gulotta, cittadino libero e innocente
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Si è svolto l'incontro tra il sindaco di Certaldo Andrea Campinoti e Giuseppe Gulotta all'indomani della sentenza che ha definitivamente assolto Gulotta, per non aver commesso il fatto, dalla accusa di essere l'esecutore materiale della strage di Alcamo Marina, in Sicilia, in cui il 27 gennaio 1976 morirono i due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta.
Residente a Certaldo, dove vive con la compagna ed il figlio, a distanza di 36 anni da quando fu ingiustamente arrestato e dopo aver trascorso ben 21 anni in carcere senza aver commesso alcun reato, Giuseppe Gulotta è tornato finalmente un uomo libero a tutti gli effetti. Così stamani, dopo aver volutamente atteso che il clamore mediatico intorno a questa vicenda si placasse ed aver lasciato che potesse godersi questo momento con i suoi cari, il sindaco di Certaldo, Andrea Campinoti, lo ha incontrato per portargli il saluto ufficiale di tutta Certaldo. Con Giuseppe Gulotta anche la compagna Michela Aronica, il figlio William, i familiari e l'avvocato certaldese Pardo Cellini che lo ha difeso insieme a Baldassarre Lauria di Alcamo.
"Sono contento di poter incontrare di nuovo Giuseppe Gulotta, a conclusione dei lunghi e difficili passaggi che lo hanno portato a dimostrare in modo definitivo la propria innocenza – ha detto il sindaco di Certaldo – la sua è una vicenda umana dolorosa, una grande ingiustizia che lo ha segnato, con 21 lunghi anni trascorsi in carcere consapevole di non aver commesso il reato per cui era accusato. Al tempo stesso però questa vicenda ci dice anche che l'ingiustizia può aver fine grazie ad una bella pagina di giustizia: il sistema è riuscito ad ammettere i propri errori ed a riconoscere l'innocenza di Gulotta. Ora, affinchè giustizia sia davvero fatta per tutti, ci auguriamo che i veri colpevoli dell'omicidio dei carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta possano essere individuati e condannati".
Dal canto suo Gulotta ha ringraziato il sindaco di Certaldo per le parole ed ha concordato su quanto detto, ricordando di essere stato lui per primo a credere nella giustizia: "A differenza di altri, imputati e condannati anch'essi per qui fatti, io ho deciso di non fuggire all'estero, ho creduto nella giustizia. Spero ora che questa mia vicenda possa aiutare a fare più attenzione ed evitare che certi errori possano ripetersi".
Una forte stretta di mano, i sinceri auguri per il futuro ed una foto di gruppo hanno concluso l'incontro all'insegna della speranza e della felicità per questa nuova vita riconquistata.
Ultimo aggiornamento ( Martedì 28 Febbraio 2012 14:52 )